L'uomo realizzato
ha 48 anni e vive in una casa a due piani, con il piano terra
rialzato di cinquanta centimetri dal suolo.
La sua abitazione
non ha recinzioni, perché il suo paese è tutto sommato sicuro. Ci si potrebbe sbilanciare, dicendo che è il più sicuro del mondo.
Certo, a volte
qualche negro muore senza apparente motivo.
Certo, in diversi
casi è successo che qualcuno finisse sulla sedia elettrica. Con
l'apparente motivazione della sua colpevolezza.
Ma è anche per
questo che il suo paese è sicuramente sicuro. In mezzo a tante mele
marce eliminate, qualche mela sana finisce col perire.
Qualche decina o
centinaia.
E poi i negri e
gli svitati, arrostiti o avvelenati dalla giustizia, non sono uomini
realizzati, ma sono quelli che il sistema cerca sempre di nascondere,
e se possibile, segretamente eliminare.
L'uomo realizzato
cura il proprio giardino, e se non lo fa lui, lo delega a qualche
altro uomo, quasi certamente uno che sta cercando goffamente di
realizzarsi, meglio se di un ceppo genetico inferiore al suo. L'erba
non dev'essere mai e poi mai più lunga di 5 centimetri, altrimenti
lo schema di successo implode e con esso tutto l'universo finora
conosciuto.
L'uomo realizzato
ha un pennone piantato nel suo bel giardino, su cui sventola fiera la
bandiera del proprio paese, che regala democrazia a tutti i morti di
fame del mondo, salva paesi disintegrati dalle guerre, con il
consenso altrui pone basi militari per difendere i paesi meno
potenti, e democraticamente esporta modelli economici di successo,
che rendono tutti indipendenti e felici.
L'uomo
realizzato, un tempo, ha avuto dei genitori: suo padre è morto in
combattimento, è morto per difendere il proprio paese in una guerra
giusta, a quasi quattordicimila chilometri da casa. Ebbene sì, era
necessario difendere la patria anche laggiù. Ora i suoi resti
giacciono in un cimitero a pochi chilometri da dove abita, ma lui ci
va raramente, perché non ha tempo.
Sua madre invece
risiede in una struttura, l'uomo realizzato ha deciso di sistemarla
lì perché non aveva tempo e spazio per prendersene cura a casa
propria. L'ultima volta che è stato a trovarla, il presidente in
carica era quello travolto dallo scandalo del sesso nelle stanze del
potere, eccetera eccetera. L'uomo realizzato tiene sempre a precisare
che non aveva comunque votato per lui. In quell'occasione, la madre
non si ricordava più nemmeno chi fosse, così lui ha deciso di non
andarci più.
L'uomo realizzato
possiede un cane; se lo tiene fuori casa, lo lega ad un albero,
perché come già detto egli ha anche realizzato che un cane senza
recinto, scappa. Se lo tiene in casa, è falsamente felice quando
questo gli inzacchera tutto con le zampe sporche, e lo guarda con un
sorrisetto che sta a significare “Furbacchione, anche tu hai
realizzato il tuo progetto, ma non farlo più”. E questo si ripete
ogni santo giorno.
Possiede anche
una moglie, ma la possiede quando vuole lui, e quando i ritmi della
sua vita gli danno due o tre minuti per sfogare i suoi intinti
primordiali. A volte basta molto meno, perché l'uomo realizzato non
può fermarsi su queste piccolezze, ma deve continuare a produrre per
il proprio paese.
L'uomo realizzato
si sente più sicuro se la moglie non è realizzata; in questo modo,
l'unico sostentamento proviene solo e solamente da lui, e questo lo
rende potente, lo mette un gradino più in alto rispetto alla moglie
e ai figli.
Ed ecco allora
che la realizzazione passa anche dal possesso.
I figli; l'uomo
realizzato ne fa uno, o al massimo due, giusto per dare un briciolo
di soddisfazione a quello straccio di moglie che si ritrova, e farla
sentire completa. Appena compiuti due anni, ordina alla donna di
spiegare alla prole come la loro nazione sia riuscita ad essere così
importante e potente, e questa istruzione proseguirà poi con la
scuola ed il college, lungo una stessa linea, affinché anch'essi
divengano cittadini modello e realizzati, laboriose colonne della
nazione.
Il possesso rende
molto più realizzato l'uomo. Egli possiede un'infinità di oggetti,
in primis la moglie, ma anche i figli, il cane, la casa, il giardino,
la libertà, la sicurezza, una pistola, e infine ma non ultima,
l'auto.
L'uomo realizzato
possiede un'auto quasi del tutto simile ad altri uomini realizzati,
possibilmente lunga sei metri e che percorre sette chilometri con un
solo litro. Si riconoscono così, tra di loro, e si ritrovano per
discutere di quanto sia perfetto il loro macrosistema, ma quando lo
fanno, si guardano bene dallo spargere la voce, perché quello che
odiano è che uomini non realizzati al loro livello, riescano ad
infiltrarsi e a carpire i segreti del loro successo.
L'uomo realizzato
ama tutto ciò che è prodotto dal proprio paese, e disprezza il
resto; gli elettrodomestici devono essere nazionali, l'automobile
pure, il cibo anche, e per finire anche lo sport.
Ogni volta che
può si reca allo stadio assieme a migliaia di altri uomini
realizzati, o in via di realizzazione, per seguire lo sport, che lo
distrae dai ritmi elevati dell'esistenza umana, e dallo stress
derivante dall'avere scoperto che nella sua via risiede un uomo che
si è realizzato più di lui.
E oltre allo
stress, egli inizia a covare del rancore dentro.
L'uomo realizzato
legge il giornale ogni mattina prima di andare al lavoro, ma, essendo
libero, ha la facoltà di leggerne tre o quattro, in modo da sentire
diverse campane. A volte queste sono molto diverse, perché i
quotidiani sportivi non parlano di economia. Ecco le uniche grandi
differenze.
In ogni caso lui
inorridisce quando scopre che in un paese lontano circa diecimila
chilometri, lo sport nazionale è diverso da quello amato da lui e da
tutta la nazione, e anche in questo caso inizia a covare rancore
dentro.
Il rancore
diventa odio quando scopre che il suo paese, sì, gode di rispetto in
un certo emisfero, ma risulta piuttosto antipatico nell'altro.
Com'è possibile?
Secondo lui il
governo dovrebbe prendere provvedimenti, è impensabile che sussista
questa disparità di trattamento, ed essendo lui nato e cresciuto con
dei ferrei ideali di giustizia, eguaglianza e libertà, è convinto
che la propria nazione dovrebbe sentirsi libera di perseguire
giustamente un obiettivo, ovvero quello di farsi amare, in egual
misura e sfruttando qualsiasi mezzo, da ogni altro paese e da ogni
altro abitante del pianeta. E queste nazioni vengono etichettate
dall'uomo come ostili, e inserite in una sua lista immaginaria in
attesa di essere convertite e/o punite.
L'uomo realizzato
frequenta la chiesa, non è importante quale, perché nel suo paese
tutte le religioni sono uguali. Tranne quelle ostili, ovviamente, e
sembra che aumentino di giorno in giorno. Il perché egli frequenti
la chiesa non lo sa, probabilmente è qualcosa che gli hanno
trasmesso da piccolo, forse addirittura con il latte materno, o con
qualche vaccino. Ci va solo di domenica però, mentre il resto della
settimana non da importanza alla religione, se non quando essa
diventa pretesto per esportare la guerra presso altri popoli.
Sorridendo, l'uomo realizzato dice: “Dio riceve soltanto la
domenica”.
L'uomo realizzato
è anche fedele alla scienza. A chi gli chiede come mai vada in
chiesa, e al tempo stesso sia così legato alla sua teorica nemesi,
egli risponde che entrambe possono contribuire ad un benessere
superiore.
Crede fermamente
nella medicina, nei ricercatori, ma anche nell'ingegneria genetica, e
in come questa venga applicata nell'ambito agro alimentare. E'
convinto che tra non molto, il suo paese potrà diventare esportatore
di un nuovo tipo di cibo, e imporrà i propri prezzi a tutti i paesi
del mondo, in particolar modo laddove esso risulta antipatico.
L'uomo realizzato
è un cittadino modello, rispetta la legge, e nel nome di essa si
reca a votare, così come tutti gli altri cittadini; lui sa che è un
suo dovere, e sa sempre per chi votare, perché l'uomo da lui scelto
è quello più adatto a guidare il paese, economicamente e
socio-politicamente. Sa anche che l'avversario del suo prediletto è
un sodomita, probabilmente omosessuale, e forse forse nutre qualche
interesse verso i bambini. Non può essere lui al timone di una
nazione talmente equa e splendente.
Subito dopo aver
votato, l'uomo realizzato riprende la propria esistenza, ma poco dopo
scopre che le elezioni sono state vinte dal lurido sodomita pedofilo.
E ciò gli fa
covare rancore.
Nonostante tutto,
l'uomo realizzato ama sempre il proprio paese, e lavora per esso;
quindici ore al giorno tutto sommato sono poche, perché ha la
possibilità di pranzare in un nazionalissimo fast food, e ci mette
solo tre minuti e ventotto secondi, ma sta già pensando ad un metodo
per impiegarne di meno, così da poter tornare in fretta a produrre
ricchezza.
Al fast food c'è
sempre un gran viavai di gente, gente onesta e instancabile che
produce tanto come lui; per loro l'uomo realizzato non prova rancore,
ma li considera come dei compagni di remata, uniti per tornare a
trainare l'economia mondiale.
L'uomo realizzato
lavora così indefessamente anche perché si è reso conto con il
passare del tempo, che il sodomita, in fondo, è una brava persona, e
stranamente sta assolvendo parte degli oneri che si era preso il suo
avversario di campagna elettorale. Sarà un caso, ma anch'egli è un
po' infastidito dai paesi che non amano la sua nazione.
L'ennesima
coincidenza viene dal colpo di stato, avvenuto in uno staterello
apparentemente inutile ma, dicono gli amici dell'uomo realizzato, con
una grande quantità di ricchezze nel sottosuolo; lì ha governato un
generale che, dicono sempre gli stessi, è stato sempre molto amico
della loro nazione, ma ora sembra aver perso la testa e pare non
essere più intenzionato a trattare.
Ed è così che
il sodomita pedofilo compie una mossa che nessuno si sarebbe
aspettato al momento delle elezioni; la confederazione democratica
dichiara guerra allo staterello.
Ed è qualcosa di
sacrosanto, pensano tutti gli uomini realizzati, perché è meglio
prevenire che curare. Giusto. Ma se è ormai tardi, è meglio curare
piuttosto che dover rimpiangere quel momento, quando lo staterello
diventerà potente e avrà la forza per soggiogare il mondo. Ed è
ciò che dicono incessantemente i mass media, e per questo è
sicuramente fedele alla realtà.
Mai è accaduto
nella storia del paese, che l'informazione abbia mentito ai
cittadini.
L'uomo realizzato
trova finalmente una valvola di sfogo a tutto quel rancore, e inizia
a lavorare di più, perché in tempo di guerra il paese deve produrre
armi, munizioni e tutto quanto necessario per riportare l'ordine
nell'universo.
E questo produrre
incessante va avanti per anni, perché il nemico è potente, la
guerra richiede tempo, e anche quando sembra essere ad una svolta,
accade sempre qualcosa che ne ritarda la fine. Oltre a ciò, nuove
minacce si affacciano sulla nazione; religioni diverse, popoli
diversi sembrano doversi abbattere su un paese tanto amato e tanto
famoso per aver esportato positività e ricchezza.
Parallelamente a
questo, l'uomo realizzato inizia ad interessarsi alle vicende di
altri paesi, perché i figli ormai sono adulti e lui non li possiede
più. Si sono diplomati e sono andati a vivere con le loro mogli,
diventando a loro volta uomini realizzati; questo da un lato rende
orgoglioso il padre, ma dall'altro, la cessazione del possesso su di
loro, gli fa covare molto rancore dentro.
Non avendo più a
chi badare, la moglie si è trovata un impiego part time, con cui
riesce a contribuire alle spese; per la prima volta sente di poter
realizzarsi, anche se in maniera minima, e questo non fa piacere
all'uomo realizzato, che in poco tempo sente di poter perdere il
controllo e il possesso di tutta la sua cornice di successo e di
apparenze. E il suo rancore cresce e cresce, alimentato anche dal
fatto che la moglie sembra non arrendersi più a lui ogni qualvolta
lo desideri, ma anzi spesso si rifiuta di essere posseduta come un
tempo.
L'uomo realizzato
ha perciò più tempo per dedicarsi ad altro e inizia, come detto, ad
interessarsi alle vicende di altre nazioni. Scopre con immenso
piacere che il prodotto più importante del suo paese, dopo le armi,
è esportato con grande successo in tutto il mondo.
Viene a
conoscenza anche del fatto che il sistema economico tanto solido è
quello prevalente, e lo rende orgoglioso, perché con il suo lavorìo
ininterrotto ha contribuito in prima persona a ciò. O almeno è
quello che i mass media dicono ai lavoratori.
Scopre che catene
di fast food, ipermercati enormi, fabbriche di elettronica, di
cosmesi, di farmaci, si stanno espandendo a macchia d'olio, e prova
felicità per questo.
Non è nemmeno
preoccupato dall'inquinamento che tutto questo lavorìo mondiale è
riuscito a produrre, perché sa che la scienza metterà una pezza
anche a ciò.
La medicina
arriverà laddove la scarsa o pessima qualità del cibo, i gas di
scarico, i metalli pesanti, avranno avvelenato le persone; sempre che
queste persone siano amichevoli nei confronti del suo paese. In caso
contrario la medicina non potrà giungere fino a loro.
Durante il suo
percorso di informazione, nota anche che molti stati, che prima
vivevano essenzialmente di agricoltura, ora sono letteralmente in
ginocchio, oppure completamente falliti, e si chiede se sia colpa del
modello economico del proprio paese. Alcune volte il dubbio si
insinua nella sua mente, ma subito lo scaccia via, pensando tra sé e
sé che essi erano naturalmente destinati a implodere.
Un'altra
riflessione che egli è costretto a fare, è che diversi stati, un
tempo ricchi, ora sono letteralmente svuotati di ogni cosa, e sono
sull'orlo della distruzione; gli sembra strano che durante questo
processo, il suo paese sia sempre stato chiamato in causa, per un
motivo o per un altro, e alcune volte ne sia uscito addirittura
arricchito e più forte.
Perfino il suo
pensiero politico si è, nel tempo, modificato; l'uomo realizzato
infatti si è accorto che chiunque sieda sullo scranno del potere, ha
come scopo principale quello di fare gli interessi di una sola classe
sociale e, sebbene lui ne faccia pienamente parte, pensa che non sia
del tutto equo.
Ormai alla soglia
dei sessant'anni, l'uomo realizzato si è accorto che non riesce più
a produrre come un tempo, gli orari estesi non fanno più per lui, e
gli sembra quasi di essere un peso per il suo datore di lavoro.
Il giardino non è
più curato come un tempo, perché il suo appeal sociale è
diminuito, e il giardiniere di un tempo si è realizzato in tutto e
per tutto, cosicché ora si trovano praticamente sullo stesso gradino
della scala.
La moglie lo ha
lasciato, e di lei non ha più avuto notizie.
I figli non lo
vanno quasi mai a trovare, perché essendo anch'essi diventati uomini
realizzati, non hanno tempo per lui.
Il suo cane è
morto.
Improvvisamente
si ritrova da solo, e ciò che possiede non lo soddisfa più; la
casa, il giardino, la macchina, sono troppo poco per uno che ha
sempre dato il centodieci per centro in favore del paese, o almeno è
ciò che gli ripetevano sempre.
Come se non
bastasse, durante una visita dal suo medico di fiducia, viene
scoperta una malattia; una di quelle che la medicina doveva essere in
grado di curare, secondo lui. E invece gli viene sentenziata in
faccia la condanna a morte in pochi mesi.
L'uomo riflette.
Sarà forse stato
il suo stile di vita?
Sarà a causa
della sua alimentazione, che includeva cibi di scarsa qualità da
almeno trent'anni?
Sarà il fatto
che si sia nutrito di veleno, si sia lavato con veleno, abbia
respirato veleno, abbia assunto veleno, si sia fatto iniettare
veleno?
Tutto ciò lo
lascia interdetto. La medicina non gli da speranza, non ha più una
moglie, e i figli, pur sapendo della malattia, continuano a
interessarsi poco a lui.
E, tutto ad un
tratto, si sente quasi come se il sistema, che lui stesso aveva, nel
suo piccolo, sorretto, lo stesse rigurgitando come un rifiuto, come
qualcosa di non più produttivo; perfino gli altri uomini realizzati,
quelli con cui un tempo si riuniva per immaginare le pedine mosse
sulla scacchiera geopolitica ed economica, non lo degnano più
nemmeno di uno sguardo.
Prima di morire,
giunge alla conclusione che non si è affatto realizzato, che va
all'altro mondo da fallito, che nessuno si ricorderà di lui e
probabilmente nessuno andrà al suo funerale o a portare dei fiori
sulla sua tomba.
Ma nel suo
universale fallimento, ha invece realizzato pienamente il progetto di
colui che stazionava sul gradino al di sopra del suo.
Se avesse avuto
ancora tempo, avrebbe continuato a covare del rancore dentro.