mercoledì 17 settembre 2014

Luci di Natale

Pubblicato la prima volta lunedì, 14 dicembre 2009 alle 17:02



Quei giorni strani, quelli in cui si ha quel vuoto dentro, 
quella maschera malinconica, la schiena curva mentre si cammina, 
la testa bassa, nessun sorriso, ci si trascina per casa senza meta, 
si ha la sensazione di aver perso, di essere stati sconfitti, 
quasi che l'occasione si fosse presentata 
per un tempo infinitamente piccolo, e poi fosse sparita, 
ricordandosi di non tornare più, per lo stolto che la spreca. 
Mercoledì esame, leggo e le parole scivolano via, 
non cercano nemmeno di aggrapparsi alla memoria... 
Non ce la faccio, fisso lo sguardo fuori dalla finestra, 
è quasi Natale, l'aria gelida batte l'erba; 
mi riconosco là in mezzo, un fuscello percosso e impotente. 
Quanti treni ho perso? Quante occasioni ho sprecato? 
Perché mi ritrovo sempre ad aggrapparmi al piacere effimero? 
Mi sembra quasi che funzioni come un antidolorifico su di me, 
sentirsi amato e compreso per un po', poi il vuoto che torna, 
poi un altro piacere, catena interminabile, 
che da solo l'illusione di stare bene. 
L'avevo promesso, o lei o non avrei cercato nulla di serio, 
ora che la sto perdendo queste parole mi lacerano profondamente, 
alcune volte non reagisco nemmeno, come il fuscello malmenato. 
Con quale coraggio mi prostituisco pensando sempre a lei? 
Sono proprio un uomo di merda.

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