Saturn Ascends
L'idea di scrivere un semplice testo, per quanto banale possa sembrare la tematica, non mi bastava.
Certo, direte voi, ma potevi abbreviarlo e non sarebbe stato una tremenda pigna in culo.
A me non bastava.
Nasce come testo singolo ma poi viene scomposto in tre parti, nel tentativo di renderle tre parti che potessero essere indipendenti alla lettura.
E' stato complicato, e tuttora sono convinto di non esserci riuscito pienamente.
La punteggiatura, in particolare, è quella che mi ha dato più problemi. Alcune parti non combaciano, perché o erano giuste nell'interezza del testo, oppure erano esatte nella forzatura delle parti prese singolarmente.
Tutto ha un senso,
ogni linea sottile è posta con criterio,
ogni tratto di penna si riflette infinite volte.
Ogni punto è una galassia.
Saturn Ascends
Siamo amanti, avvinghiati, sbagliati.
Abbiamo fatto una scelta.
Ho fatto una scelta.
Fottuta notte, maledetta donna.
Quando ci ripenso, ancora non capisco,
sarebbe meglio ridere o impazzire?
Dilaniato dal piacere.
deliziato dal senso di colpa.
E quel feto agghiacciante è lì.
Come ogni notte.
Perché? Perché?
Sono figlio di un errore?"
L'ignoranza è la mia matrigna?
Mi tormenta. Lo odio.
Tu come stai? Ovvio, stai bene, certo.
Fottuta troia,
Era il sesto o il settimo?
non te lo ricordi più nemmeno tu,
amore mio, così dolce.
Molte creature divengono luminescenti
lastricando il tuo cammino
boccioli mai fioriti
a rischiarare la via.
Mi hai condannato a notti da larva,
avvolto nel mio stesso sudore,
fradicio di rimorso fin dentro le ossa.
Perché? Perché?
mi sento forse superiore?
A Dio? All'occhio?
Mi tormento. Ti odio.
Chi siamo? E con quale diritto lo facciamo?
La spada pende sul mio capo.
Ostaggio di un figlio assassinato
Un germoglio mai nato.
... E le mie mani ancora sporche del suo sangue.
Ti sto raggiungendo.
Vi sto congiungendo.
Mi odio.
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